Che cos’è la valuta?
La valuta è l’unità di pagamento di un bene e di un servizio e può assumere la forma fisica e/o digitale. È la moneta utilizzata correntemente in un Paese.
È emessa, in regime di monopolio, da Stati sovrani tramite la Banca Centrale o l’Istituto di emissione.
Il termine viene usato anche per indicare le monete estere, diverse da quella usata nel nostro Stato; nel campo delle transazioni con valute diverse è necessario fare riferimento al tasso di cambio, cioè al valore di riferimento di una valuta rispetto ad un’altra.
Gli Stati possono utilizzare la stessa valuta oppure dichiarare legale la valuta di un altro Paese.
Le valute hanno multipli e sottomultipli (centesimi).
L’uso privato della valuta, da parte di cittadini e partite IVA, è soggetto a norme amministrative che ne determinano la quantità e le condizioni di circolazione (aggregati monetari).
Per compilare correttamente una fattura in valuta è importante conoscere il tasso di cambio dell’euro rispetto alla moneta estera.
Aggregato monetario
Nel sistema economico, è una grandezza che esprime, in un determinato periodo di tempo, la quantità complessiva, in circolazione, di moneta e di attività finanziarie ad elevato grado di liquidità.
La maggioranza delle Banche Centrali suddivide gli aggregati monetari in:
- M0 (base monetaria): moneta legale (banconote e monete metalliche) e attività finanziarie ad alto grado di liquidità, convertibili prontamente in moneta legale;
- M1 (liquidità primaria): comprende una parte di M0 (banconote e moneta circolante) e le attività finanziarie che possono essere utilizzate come mezzo di pagamento (depositi in conto corrente trasferibili a vista mediante assegno e traveler’s cheque);
- M2 (liquidità secondaria): comprende M1 più le attività finanziarie ad elevata liquidità e valore certo in qualsiasi momento futuro (essenzialmente i depositi bancari postali, non trasferibili a vista mediante assegno);
- M3 (liquidità finanziaria): comprende M2 più le attività finanziarie che, come la moneta, possono fungere da riserva di valore (obbligazioni e titoli di stato con scadenza a breve termine).
Storia delle valute
La moneta nasce nella sua forma più antica come una barra o un lingotto in oro sul quale era impresso il simbolo dell’autorità che l’aveva emessa con il peso ed il valore corrispondente.
Anticamente i beni materiali non avevano un valore di cambio ma erano un dono all’interno di feste, riti religiosi ecc. Nel corso dei secoli, dal dono si passò al baratto cioè prendere un bene in cambio di un altro, uno scambio alla pari tra due cose che potevano avere lo stesso valore.
Il sistema si evolve ulteriormente con l’uso dei metalli preziosi in forma di lingotti o barre, con il simbolo a garanzia dello Stato emittente. La misura nella compravendita era il peso del metallo con l’uso della bilancia. Un sistema poco pratico che fu in seguito sostituito dalla moneta, la parte terminale di questo lungo processo evolutivo. Nasce nel VII secolo a.C. e si diffonde nella civiltà greca e in tutto il Mediterraneo Occidentale.
La storia racconta che nel 390 a.C. le oche del Campidoglio, vicino al tempio di Giunone, iniziarono a starnazzare salvando Roma dall’invasione dei Galli. Da quel momento la dea Giunone fu chiamata Moneta, dal verbo latino monere cioè “avvisare”. In quel periodo vicino al tempio nasce la zecca, l’istituto che si occupa di coniare piccoli oggetti preziosi chiamati monete.
Il valore della moneta corrispondeva al valore del metallo con cui era composta.
Tra il 1700 e il 1800 nasce la banconota il cui valore non poteva essere calcolato come per la moneta. Per convenzione si attribuì un determinato valore ai vari tagli di banconote e alle monete di nuovo conio. Nacque la moneta fiduciaria che oggi, per quanto riguarda l’euro, viene emessa della Banca Centrale Europea.