Passa al contenuto principale

Che cosa sono gli studi di settore?

Lo studio di settore ha rappresentato lo strumento di analisi economico, tecnico statistico e matematico per la rilevazione del gettito fiscale delle partite IVA.

Lo studio è stato integrato al più moderno ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), un nuovo sistema di calcolo per stabilire l’affidabilità fiscale di un professionista o di un’impresa, in sede di dichiarazione IVA, con l’obiettivo di far emergere il sommerso e premiare l’affidabilità della partita IVA.

In sostanza è lo strumento di accertamento sulle dichiarazioni IVA utilizzato l’Agenzia delle Entrate per il recupero e la riscossione del gettito.

Normativa

L’Italia furono introdotti con il DL 30/08/93 n.331 poi convertito nella Legge 427/1993.

A partire dal 30/08/1993 lo strumento si arricchì di nuove tabelle relative ai settori di attività economiche emergenti.

Macro aree degli studi di settore

Gli studi di settore sono suddivisi in aree o settori:

  • Servizi (TG, UG, VG);
  • Commercio (TM, UM, VM);
  • Manifatture (UD, VD);
  • Professionisti (TK, UK, VK).

Per ogni area o settore si utilizza un codice di 5 caratteri in riferimento all’attività economica (codice ATECO) appartenente alla stessa area o settore.

Le partite IVA sono divise in gruppi omogenei chiamati cluster e, successivamente, con un calcolo matematico sono messe in relazione a presunti ricavi o compensi generati dall’attività.

Elaborazione dei dati dichiarati

Per ogni studio di settore c’è un procedimento verificato e approvato da una commissione composta da membri del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e dall’Agenzia delle Entrate.

Per effettuare uno studio di settore si raccoglievano i seguenti dati:

  1. Elementi quantitativi e qualitativi di un’attività (raccolta dati);
  2. Svolgimento dell’attività per modalità omogenee (individuazione del cluster di appartenenza);
  3. Determinazione dei ricavi presunti dell’attività.

Elementi quantitativi e qualitativi di un’attività

Nella prima fase vengono raccolti i dati per l’individuazione di un nuovo studio di settore o per l’adeguamento di uno già esistente sulla base del contesto economico di riferimento.

Il contribuente riceve un questionario da compilare con i dati dell’attività svolta (dati contabili e organizzativi) utilizzati nella dichiarazione dei redditi.

Svolgimento dell’attività per modalità omogenee

All’interno dello studio che si va definendo per una particolare attività, si cerca di inserire attività economiche omogenee tra loro.

In questa fase, si utilizza un processo di analisi statistica sulle componenti principali, al fine di individuare le variabili più importanti per l’individuazione del cluster e quindi, determinarne il numero.

Determinazione dei ricavi presunti dell’attività

In questa fase, si stimano i ricavi presunti dei vari cluster creati.

Il calcolo dei ricavi presunti viene effettuato con la tecnica della regressione multipla ovvero una tecnica che prevede un risultato calcolato in base a due o più variabili:

  • dati strutturati;
  • dati contabili;
  • ricavi.

Software GERICO per la raccolta dati

Il questionario veniva compilato ed inviato per mezzo del software GERICO all’Agenzia delle Entrate.

  1. Cluster di riferimento;
  2. Coerenza economica;
  3. Normalità economica;
  4. Congruità.

Cluster di riferimento

Attraverso l’analisi statistica discriminante per ogni contribuente viene assegnato il cluster più idoneo alla sua attività economica.

I risultati di questa analisi probabilistica sull’appartenenza fornita da GERICO, mettono in risalto che, spesso, il contribuente appartiene a più cluster differenti tra loro.

Coerenza economica

L’analisi sulla coerenza economica permette di confrontare i valori indicati nella dichiarazione dei contribuenti con i valori attribuiti al cluster di appartenenza.

Nel caso in cui da questa analisi dovessero emergere delle anomalie negli indicatori INE (indicatori normalità economica), è probabile l’intervento dell’Agenzia delle Entrate per degli accertamenti fiscali.

Normalità economica

Il criterio di normalità economica rientra tra un indice minimo e un indice massimo che determina l’indicatore di coerenza (INE). Se l’attività non rientra in questi limiti risulta anomala rispetto al cluster.

L’Agenzia valuta se l’attività è condotta in condizioni normali oppure non normali ovvero in un contesto socio economico difficile (terremoto, pandemia, ecc.) e se la compilazione del modulo sia stata fatta correttamente.

Congruità

Il contribuente indicava nello studio di settore tutte le variabili contabili e verificava la congruità e la coerenza di quanto dichiarava.

Se i ricavi risultavano superiori allo studio di settore erano congrui, non congrui se inferiori.

Nel caso di risultati non congrui il contribuente poteva intervenire con un adeguamento spontaneo nella dichiarazione dei redditi, per evitare futuri accertamenti fiscali.