Che cos’è la Joint Venture?
La Joint Venture è un accordo di collaborazione tra due o più imprese per costituire, tra loro, un soggetto giuridico indipendente da loro stesse.
Le imprese che sottoscrivono questo contratto realizzano un progetto comune condividendo know-how e capitali.
In base alla percentuale di partecipazione nella condivisione del progetto, ci sarà una suddivisione dei rischi legati all’investimento e quindi una ripartizione degli utili o delle eventuali perdite.
Il nuovo soggetto giuridico verrà chiamato co-venturer o incorporated joint venture; nel caso in cui non nasca il soggetto giuridico si chiamerà unincorporated joint venture oppure contractual joint venture.
La forma di co-venturers può essere di due tipi:
- orizzontale: l’obbiettivo è perseguito da più imprese che svolgono attività simili, nella stessa fase produttiva e che uniscono le loro forze perché la realizzazione del progetto è troppo impegnativa per la singola impresa;
- verticale: l’obbiettivo richiede l’impiego di attività diverse e disomogenee tra loro.
In Italia, le joint venture possono essere costituite per la partecipazione a gare d’appalto dove sono richieste caratteristiche e competenze operative che le singole imprese riescono a raggiungere soltanto unendosi in Associazione temporanea di impresa o Raggruppamento di impresa.
Tipi di Join venture
Ci possono esserci due tipi di accordi:
- Forma contrattuale: non dà origine ad un nuovo soggetto giuridico ma stabilisce gli obblighi ed eventuali ripartizione di utili o perdite (due imprese mettono a disposizione il loro know-how per ottenere un risultato comune);
- Forma societaria: dà origine ad un nuovo soggetto giuridico e può essere assimilata alla società di capitali o ad una società di persone.
In caso di fallimento
Le società che hanno siglato l’accordo sono responsabili solo per la quota investita; quindi i creditori non possono esercitare il diritto di rivalsa o il pignoramento del patrimonio su tutto il capitale, questa condizione non elimina il concetto di patrocinato dove un gruppo industriale o finanziario non abbandona una consociata in cui ha avuto una posizione dominante o paritaria.