Che cos’è l’autofattura?
L’autofattura è un documento fiscale emesso da una partita IVA per sé stessa (fase attiva di vendita) o, per una figura estera (fase passiva di acquisto) o per ottemperare agli obblighi IVA su acquisti esteri.
È un documento fiscale di vendita molto particolare, in quanto, l’obbligo di applicazione dell’IVA e dell’emissione della fattura è a carico del destinatario.
Questo documento certifica la vendita di un bene o la prestazione di un servizio quindi, rientra nei documenti elettronici da inviare allo SdI.
Quando si usa l’autofattura
Per l’emissione del documento devono verificarsi le seguenti condizioni commerciali:
- Autofattura per omaggio: in caso di servizio e/o prodotto in maniera gratuita in proprio o al cliente;
- Autofattura per autoconsumo: nel caso di utilizzo un bene acquistato per scopi personali;
- Autofattura per denuncia: nel caso di un mancato ricevimento della fattura, entro quattro mesi dalla data di effettuazione dell’operazione o, nel caso di ricevimento di fattura irregolare;
- Autofattura per inversione contabile: o reverse charge.
Autofattura per omaggio
Il documento deve includere la denominazione di fattura e l’elenco di tutti i beni ceduti a titolo gratuito indicando anche l’importo e l’aliquota IVA.
Il totale viene abbonato nel caso siano fatture senza rivalsa dell’IVA o, ridotte al solo ammontare dell’IVA, nel caso che ci sia la rivalsa.
Autofattura per autoconsumo
Oltre all’utilizzo da parte dell’imprenditore, questo documento può essere emesso anche nel caso in cui l’azienda sia svuotata di tutti i beni dell’attività ma utilizzati per altre finalità senza essere venduti.
Autofattura per denuncia
Oltre al termine dei 4 mesi, questo documento permette di tenere in regola i conti secondo le disposizioni di legge e andrà consegnato, all’ufficio IVA, entro 30 giorni dalla sua emissione.
Autofattura per inversione contabile
Questo è un caso particolare: In caso di fattura sotto regime di reverse charge è indispensabile emettere l’autofattura per certificare la transazione in quanto la contribuzione IVA risulta a carico del soggetto passivo.
Si utilizza molto per le transazioni europee e internazionali perché, secondo dei casi, bisogna emettere una fattura in regime di reverse charge o autofattura.
L’autofattura e la fattura sono documenti complementari tra loro: il fornitore estero emette una fattura in regime di reverse charge e, per integrare l’operazione, di deve emettere un’autofattura che registri l’operazione stessa.
I codici TD (Tipo documento) per l’autofattura
Le autofatture si identificano con i codici tipo documento da inserire in appositi sezionali e sono:
- TD16: integrazione fattura reverse charge interno;
- TD17: integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero;
- TD18: integrazione/autofattura per acquisto beni intracomunitari;
- TD19: integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art.17 comma 2 d.P.R. 633/72;
- TD20: autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (ex art.6 c.8 d.lgs. 471/97 o art.46 comma 5 d.l. 331/93);
- TD22: estrazione beni da deposito IVA;
- TD23: estrazione beni da deposito IVA con versamento dell’IVA;
- TD26: cessione di beni ammortizzabili e per passaggi interni (ex art.36 d.P.R. 633/72);
- TD27: fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa.
TD16: integrazione fattura reverse charge interno
Questa tipologia di documento è molto utilizzata per l’inversione contabile; è utile per i registri IVA e per le dichiarazioni IVA precompilate.
Il TD16 ha le seguenti caratteristiche:
- è facoltativo e non obbligatorio e se utilizzato alimenterà le bozze dei registri IVA (vendite e acquisti);
- non è una fattura ma un documento fiscale che consente di comunicare allo SdI le operazioni soggette al Reverse Charge.
Il suo utilizzo, quindi l’invio allo SdI, rende facoltativo l’esterometro.
TD17: integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero
Questo tipo di documento si utilizza nel caso in cui una partita IVA riceva una fattura da un fornitore extra UE.
Quindi, la fattura emessa da un soggetto extra UE, nei confronti di una partita IVA italiana, non riporta l’imposta ma, deve essere assolta dalla partita IVA italiana stessa.
Nel caso in cui, il soggetto sia residente in uno stato della UE, si procederà ad un’integrazione con il documento ricevuto.
Il documento sarà emesso in un unico esemplare; andrà annotato sia nel registro degli acquisti che nel registro delle fatture emesse rendendo di regola l’operazione nulla.
L’autofattura è gestita come una fattura solo nel caso di servizio ricevuto da soggetti extra-UE.
TD18: integrazione/autofattura per acquisto beni intracomunitari
I documenti con il TD18 possono facoltativamente essere trasmessi allo SdI; in caso di invio si può evitare la comunicazione per l’esterometro.
Nel caso di ricezione di una fattura in formato PDF via email, per l’acquisto di merci, da un fornitore intra UE, è possibile inviare la fattura stessa allo SDI; in fattura bisogna indicare, nel campo cedente e/o prestatore, il fornitore intra UE e, nel campo cessionario e/o committente, i propri dati solo dopo aver eseguito l’integrazione dell’aliquota e dell’imposta nonché aver registrato il documento nei registri IVA (sia vendite che acquisti).
TD19: integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art.17 c.2 d.P.R. 633/72
Questo tipo di documento si utilizza per l’emissione delle autofatture, per l’acquisto di beni, da un soggetto extra UE solo con la merce già presente sul territorio italiano; quindi, con deposito IVA.
Il documento può essere emesso anche acquistando dei beni da soggetti non residenti ma i beni devono essere presenti all’interno di un deposito IVA utilizzando la natura N3.6.
È possibile emettere una autofattura anche per i beni provenienti dalla Repubblica di San Marino e dallo Stato della Città del Vaticano.
ESEMPIO
Su un e-commerce, si acquista della merce che parte da un deposito italiano ma la fattura viene emessa da un soggetto extra UE.
Il soggetto extra UE emette la fattura senza IVA al suo rappresentante fiscale italiano che, il quale a sua volta, emetterà autofattura per assolvere l’IVA in Italia.
TD20: autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (ex art.6 c.8 d.lgs. 471/97 o art.46 comma 5 d.l. 331/93)
Questo codice viene utilizzato nel caso in cui, non si può portare in detrazione l’IVA perché non si sono ricevute le relative fatture elettroniche.
Questa unica condizione di utilizzo del codice TD20 evita di presentare, all’Agenzia delle Entrate, l’autofattura in via analogica.
TD21: autofattura per splafonamento
L’utilizzo di questo codice nei documenti fiscali avviene quando un esportatore abituale ha effettuato un acquisto superando il limite del plafond dichiarato.
L’autofattura inviata allo SdI è una dichiarazione aggiuntiva all’annuale dichiarata nel plafond; permette di regolarizzare il versamento dell’IVA con il modello F24, indicando i codici tributo del periodo in cui è stato effettuato l’acquisto, senza applicare l’IVA.
TD22: estrazione beni da deposito IVA
Questo codice serve per gestire le operazioni da deposito IVA da fornitori extra UE; quindi viene utilizzata l’autofattura come fattura d’integrazione all’estrazione del bene dal deposito IVA.
Il deposito IVA è un luogo fisico dove viene stoccata la merce d’importazione acquistata da fornitori extra UE e l’IVA viene sospesa; non sono depositi utilizzabili per la vendita al dettaglio (TD19) ma si tratta di depositi per merce che un domani potrebbe essere venduta in Italia.
La merce in uscita, dal deposito IVA, è regolamentata dall’articolo 50-bis, comma 6 Dl 331/1993 e può essere movimentata solo da soggetti passivi d’imposta che dovranno, successivamente, regolarizzare il versamento dell’IVA.
Il soggetto procede ad integrare la fattura, in reverse charge, in caso di fornitore intracomunitario o ad emettere autofattura, in caso di acquisto extra-Ue
TD23: estrazione beni da deposito IVA con versamento dell’IVA
Con questo tipo di documento, a differenza del TD22, l’IVA viene versata dal gestore del deposito, per conto del contribuente, entro il 16 del mese successivo.
Quindi, si utilizza il TD23 per veloci movimentazioni dei depositi IVA.
TD26: cessione di beni ammortizzabili e per passaggi interni (ex art.36 d.P.R. 633/72)
Il codice è utilizzato per le fatture che non concorrono al volume d’affari del contribuente.
Il documento viene utilizzato anche per passaggi interni soggetti al regime del margine per beni usati; il cedente e il cessionario coincidono e i relativi campi nella fattura elettronica devono essere compilati in modo uguale.
TD27: fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa
Il codice TD27 può essere utilizzato per le cessioni di beni e prestazioni in modo gratuito; viene utilizzato anche nel caso in cui i beni, comprati dalla partita IVA, siano destinati all’uso personale, familiare o ad altre attività estranee all’attività della partita IVA.
L’autofattura viene registrata tra quelle emesse e i campi, cedente e prestatore, riportano i dati di chi effettua l’acquisto.
Si dovrà utilizzare la numerazione progressiva delle fatture emesse e, nel caso di cessioni gratuite con rivalsa dell’IVA, si utilizza il documento TD01 o il documento TD24 nel caso di fattura differita quindi, non il TD27.
Come emettere un’autofattura
Per compilare un’autofattura sono quindi necessari:
- un modello template;
- i dati del mittente/destinatario;
- un software di fatturazione che faciliti la creazione del modello, un contatto in rubrica, ecc.
Inseriti questi dati, è necessario inserire il numero del documento (che per normativa deve essere progressivo alla precedente fattura), le prestazioni o i prodotti, con relativa quantità e aliquota iva.
Infine, la dicitura Autofattura deve essere inserita all’interno del documento. Si può utilizzare una fattura verso terzi e creare una copia del template con la dicitura Autofattura.