Conclusioni, facciamo il punto
Con il processo di fatturazione elettronica l’Agenzia delle Entrate potrà incrociare i dati di fornitori e clienti in via del tutto automatica, con un’efficienza e una velocità, prima impensabili, che le permetteranno di contrastare più efficacemente l’evasione fiscale.
Ehi, Grande Fratello? Guarda e impara!!!
Io faccio lo spiritoso ma ovviamente questa è una buona notizia perché pagare tutti oltre che essere giusto potrebbe veramente voler dire pagare tutti meno in futuro; com’era con la riforma di Renzi che mise il canone RAI direttamente ad una quota più bassa nella bolletta dell’energia elettrica che poi la cara vecchia eruopa ci ha, recentemente detto che è un illecito e che si dovrà tornare indietro ma questo è ovviamentente un’altra storia.
L’altra notizia (davvero buona per tutti) è che, per noi povere partite IVA, nello stesso momento in cui la fatturazione elettronica divenne obbligatoria, NON è più obbligatorio eseguire i periodici, pesantissimi, meticolosissimi e costosi adempimenti previsti dall’ormai famigerato spesometro.
In altre parole, quando invieremo e riceveremo fatture elettroniche, non dovremo più trasmettere all’Agenzia delle Entrate tutti i singoli dati di tutte le singole nostre fatture in entrata ed in uscita.
Il motivo di questa agevolazione è semplice; l’Agenzia, infatti, i dati delle nostre fatture, in entrata ed in uscita, li estrae tutti immediatamente, ed in automatico, già nel momento in cui lo SdI li avrà ricevuti!
Insomma, niente più spesometro!
In questi casi; pensa al risparmio di costi e (soprattutto) di tempo per te rispetto a chi doveva farlo alla vecchia maniera.
L’obbligo dello spesometro rimane alla fine solo per le operazioni estere; cioè per i soggetti passivi IVA che devono comunicare all’Agenzia delle Entrate (art. 1, comma 3-bis del d.lgs. 127/2015) i dati delle fatture relative ad operazioni di cessione di beni e di prestazioni di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio dello Stato italiano.
Se vorrai effettuare una fatturazione verso un soggetto estero emettendo una fattura elettronica e spedirla attraverso lo SdI, potrai comunque farlo, e potrai allora, anche per i dati di questa fattura, godere dell’esenzione dall’obbligo dello spesometro.
L’articolo 4 del d.lgs. 127/2015 ci ha fornito un vantaggio “istituzionale” grazie alla fatturazione elettronica, riservato però solo agli esercenti arti e professioni e alle imprese ammesse al regime di contabilità semplificata (ex art. 18, DPR 600/1973 - contabilità semplificata per le imprese minori).
Se rientri tra queste categorie di soggetti passivi IVA, sappi che l’Agenzia delle Entrate, in attuazione della suddetta norma, a messo a disposizione, per il tramite dei suoi servizi online, indicazioni informative e soprattutto bozze semplificate dei documenti fiscali ai fini delle liquidazioni IVA, della dichiarazione annuale IVA e della stessa dichiarazione dei redditi, nonché dei modelli F24.
Se ti avvali di questi elementi informativi e di queste bozze verrà meno l’obbligo di tenuta dei registri IVA dei tuoi cicli attivi e passivi (artt. 23 e 25 della Legge IVA).
Abbiamo (per adesso) finito, non ci sono altre sorprese, anche perché credo che queste bastino e avanzino.
Probabilmente ora sarai stordito e forse preoccupato ma, credimi, ci sono passato anch’io quando aprii la mia patita IVA e mi approccia come imprenditore a questa rivoluzione e posso garantirti che, compresi i concetti chiave, il resto è tutto in discesa e, come visto, costituisce anzi un’opportunità per la propria attività professionale ed imprenditoriale.
Il processo alla base della fatturazione elettronica alla fine è semplice e i punti chiave sono questi:
- le fatture devono essere prodotte in formato XML, non hai alcuna possibilità di farlo se non utilizzando un gestionale di fatturazione in grado di creare questo genere di file. Il tuo pacchetto office non vedrà più una fattura in vita sua;
- una volta creato il file dovrai firmarlo digitalmente utilizzando il tuo KIT di firma digitale oppure utilizzando il gestionale con il quale hai creato la fattura, che apporrà la firma in nome e per conto tuo;
- una volta che la fattura è firmata, dovrai inviarla allo SdI via PEC o tramite il gestionale con il quale hai creato la fattura;
- l’ultimo passaggio è la messa in conservazione digitale a norma del documento per i tempi previsti dalla Legge.
Dai, fatti coraggio, poteva andare peggio.