Rainbow washing
È una locuzione composta (rainbow e whitewashing) per identificare un’attività sociale o di marketing internazionale indirizzato a presentare una realtà che mostra concretamente un atteggiamento aperto, accogliente e non discriminatorio nei confronti della comunità LGBTQIA+ (Lesbiche Gay Bisessuali Transessuali Queer Intersessuali Asessuali e chiunque non si definisca eterosessuale) allo scopo di aumentarne il consenso proponendogli un prodotto e/o servizio LGBTQIA+ friendly allo scopo di aumentarne le vendite.
Questa pratica adotta una politica comunicativa di marketing inclusiva che sfrutta, nelle sue forme pubblicitarie specifiche, l’uso di brand che richiamano, attraverso forme, colori e simboli che ad oggi vengono associati al mondo LGBTQIA+ distogliendo l’attenzione sugli aspetti qualitativi del prodotto, aumentandone le vendite.
Come per il greenwashing e il pinkwashing può essere sfruttata solo adottando una politica adeguata al rispetto per le minoranze (senso civico di carattere inclusivo) in quanto può influenzare, in contesti socialmente sviluppati, le leve del marketing mix come la leva del prodotto, del prezzo, della distribuzione e della pubblicità.