Sottocapitalizzazione
È un termine utilizzato per indicare un comportamento, intrapreso da un’impresa, per aumentare la disponibilità dei mezzi propri per svolgere la sua attività.
Questa scelta fiscale, di salvaguardia, è legata alla possibilità di detrarre gli interessi passivi dal reddito imponibile, abbattendo l’utile e quindi le imposte sul reddito d’impresa sul quale grava un’aliquota fiscale molto elevata.
Si procede alla sottocapitalizzaizone quando un’impresa a carenza di mezzi propri (equity) rispetto al livello necessario per perseguire gli obiettivi aziendali in modo ottimale con la conseguente incapacità di onorare i propri debiti, quindi, evitare che gli stessi creditori, di fronte a questa incombenza, di esigere tassi di interessi più elevati con aggravio degli oneri finanziari e diminuzione della redditività dell’impresa.
Questa pratica, secondo il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) è vietata se vengono introdotte risorse finanziarie anfibie (sommerse), quindi, assimilabili sostanzialmente ai mezzi propri, simili al finanziamento esterno, erogato e/o garantito da soci qualificati (capitale sociale non inferiore al 25%).