Analisi di bilancio
È un procedimento per studiare gli elementi economici e finanziari con l’obbiettivo di effettuare una valutazione quantitativa sullo stato di salute dell’impresa e sulle singole dinamiche aziendali individuandone i punti di forza e di debolezza, con l’intento di anticiparne l’andamento futuro.
Questa valutazione consente di fare una fotografia dell’impresa definendone:
- l’equilibrio finanziario: verifica il grado di reazione economica per far fronte agli impegni finanziari della gestione aziendale;
- l’equilibrio economico (o reddituale): verifica il grado di produzione del reddito che deve remunerare tutti i fattori produttivi impiegati;
- l’equilibrio patrimoniale: verifica la relazione che c’è tra capitale individuale (capitale proprio) e capitale di debito che deriva dalle strategie finanziarie assunte.
L’analisi può essere di due tipi:
- statica: basata sullo studio di indici e margini;
- dinamica: basata sull’analisi per flussi.
L’analisi di bilancio varia al variare delle informazioni disponibili agli analisti interni o esterni all’organizzazione aziendale; queste informazioni, inizialmente, determinano il punto di partenza dello studio generale del sistema impresa (profitto, sviluppo e sopravvivenza).
Un elemento importante è il fattore tempo che si divide in:
- tempo economico-tecnico: è il tempo necessario affinché venga attuata la produzione;
- tempo monetario: è la posticipazione nell’incasso del fatturato (crediti incagliati).
Prima di procedere nell’analisi di bilancio è importante sapere che le informazioni raccolte devono essere valutate sulla base delle seguenti considerazioni:
- sui dati: individuare le fonti da cui prendere i dati da elaborare partendo dal bilancio d’esercizio integrandolo con i dati ricavabili dal budget, piani aziendali, bilanci contabili e dalle situazioni contabili infrannuali;
- sulla struttura dei dati: capire la struttura delle informazioni contenute (ad esempio un bilancio civilistico è diverso da un bilancio contabile di verifica estratto tramite software gestionale, e diverso, a sua volta, dal bilancio abbreviato o consolidato);
- sul periodo da analizzare: verificare periodi contabili differenti (ad esempio analizzare dati relativi ad un intero periodo amministrativo, oppure ad un trimestre a un livello mensile);
- sugli schemi di riclassificazione: i prospetti che compongono il bilancio (Stato Patrimoniale e Conto Economico) che possono essere riclassificati seguendo criteri diversi, in base agli obiettivi da raggiungere e agli aspetti da analizzare;
- sugli indicatori: individuare quali indicatori si vuole calcolare in base alla finalità;
- sul cash flow (flussi di cassa): analizzare le informazioni relative alla liquidità tramite il rendiconto finanziario.
Fatte le dovute considerazioni si procede partendo dalla riclassificazione (art. 2424 del c.c.) dello stato Patrimoniale (criterio funzionale o di pertinenza gestionale - gestione caratteristica - e finanziario - grado di liquidità ed esigibilità), composto dal patrimonio attivo (Stato Patrimoniale Attivo) e dai finanziamenti (Stato Patrimoniale Passivo), e del conto economico (evidenzia i componenti positivi e negativi del reddito e il risultato economico dell’esercizio) perché, nella pratica, i dati di bilancio (rielaborati e aggregati) devono fornire delle informazioni che vanno oltre a quelle civilistiche e, successivamente, si passa all’analisi degli indicatori ricavati dalla riclassificazione (stato patrimoniale e conto economico).
Gli indicatori ricavabili dalla riclassificazione dello stato Patrimoniale sono:
- riclassificazione funzionale:
- posizione finanziaria netta: misura quanto è esposta un’azienda nei confronti dei terzi finanziatori;
- posizione finanziaria netta / MOL (Margine Operativo Lordo): indica il numero di anni necessari per la chiusura dei debiti finanziari in atto tramite solo l’autofinanziamento;
- posizione finanziaria netta / cash flow operativo (flussi di cassa): indica il numero di anni necessari per la chiusura dei debiti finanziari in atto tramite il cash flow generato dalla gestione ordinaria operativa.
- riclassificazione finanziaria:
- margine struttura primario: misura se l’azienda riesce con il capitale proprio a finanziare le attività immobilizzate;
- indice struttura primario: misura la capacità di acquistare le immobilizzazioni esclusivamente tramite il proprio patrimonio netto;
- margine struttura secondario: indica se ci sono e sono sufficienti fonti durevoli per il finanziamento dell’attivo immobilizzato dell’azienda;
- margine di liquidità primario: indica la solvibilità immediata senza contare sui crediti da riscuotere e sul magazzino;
- capitale circolante netto (cash flow o liquidità immediata): misura quanto è sano il ciclo monetario della gestione caratteristica se l’azienda ha un (l’equilibrio finanziario di breve termine).
Gli indicatori ricavabili dalla riclassificazione del conto economico:
- indicatori di reddittività:
- ROE (Return on Equity): misura il rendimento economico del capitale proprio (rapporto tra l’utile netto e il capitale proprio);
- ROI (Return on Investment): misura la redditività del capitale investito (rapporto tra l’EBIT e il capitale investito);
- ROS (Return on Sales): misura la redditività economica delle sole vendite (rapporto tra il reddito operativo e i ricavi netti).
- indici di rotazione:
- del magazzino: valuta la gestione del magazzino misurando quante volte in un arco di tempo la merce prodotta ruota (rinnovo del magazzino);
- dei crediti: misura il grado di riscossione dei crediti (rapporto fra il fatturato e il numero di crediti verso i clienti);
- del capitale investito: misura quanto i ricavi provenienti dalla gestione caratteristica vanno a remunerare il capitale investito.
È possibile utilizzare, per l’analisi di bilancio, anche:
- l’indice di incidenza dei costi (valutano, all’interno del singolo esercizio, il peso che determinati costi, considerati determinanti nell’organizzazione d’impresa, assumono sul totale dei costi di produzione - fatturato per dipendente, valore aggiunto operativo per dipendente, costo del lavoro per dipendente, costo del lavoro su ricavi e il valore aggiunto operativo su fatturato):
- consumi di materie;
- costi esterni;
- costo del lavoro;
- ammortamento e svalutazioni;
- l’indice di produttività (misurano le performance sull’utilizzo delle risorse finanziarie che non per la produzione):
- del capitale investito (valore aggiunto su totale impieghi);
- media per addetto (fatturato netto su numero addetti);
- del lavoro (valore produzione su numero dipendenti);
- del valore aggiunto per addetto (valore aggiunto su numero dipendenti);
- della rotazione delle immobilizzazioni (valore aggiunto su immobilizzazioni);
- dell’incidenza del costo del lavoro (costo del personale su valore della produzione);
- del costo medio del personale (costo del personale su numero totale dipendenti);
- l’indice di sviluppo (variazione annua delle grandezze fondamentali che qualificano la crescita dimensionale di un’azienda):
- variazione del fatturato (%);
- variazione totale attivo netto (%);
- variazione dei dipendenti (%);
- variazione del reddito operativo caratteristico (%);
- variazione del reddito netto (%).